lunedì 25 giugno 2012

BUONE VACANZE!!! DIVERTITEVI, RIPOSATEVI E... RICORDATE: NON E' UNA VERA VACANZA SE NON SIETE..SENZA PENSIERI.... HAKUNA MATATA!!!!!! (PS: HO INSERITO I VOSTRI ARTICOLI NEL BLOG!) un abbraccio dalla maestra Sara

GEOMETRIA....CON ALLEGRIA!



Il tangram (in cinese 七巧板; pīnyīn qī qiǎo bǎn) è un gioco rompicapo cinese. Il nome significa "Le sette pietre della saggezza". Pur essendo comunemente ritenuto di origine molto remota nel tempo, le più antiche fonti conosciute non lo nominano, però, che verso il XVIII secolo.
È costituito da sette tavolette del medesimo materiale e del medesimo colore (chiamati tan) che sono disposti inizialmente a formare un quadrato: 5 triangoli (2 grandi, 1 medio, 2 piccoli), 1 quadrato, 1 parallelogramma. Lo scopo del gioco è formare figure di senso compiuto. Le regole sono alquanto semplici: usare tutti e sette i pezzi nel comporre la figura finale, cercando di non sovrapporne nessuno.
La leggenda sull'origine del gioco narra che un monaco donò ad un suo discepolo un quadrato di porcellana ed un pennello, dicendogli di viaggiare e dipingere sulla porcellana le bellezze che avrebbe incontrato nel suo cammino. Il discepolo, emozionato, lasciò cadere il quadrato, che si ruppe in sette pezzi. Nel tentativo di ricomporre il quadrato, formò delle figure interessanti. Capì, da questo, che non aveva più bisogno di viaggiare, perché poteva rappresentare le bellezze del mondo con quei sette pezzi.
Dopo aver costruito ognuno il proprio tangram con un cartoncino colorato, ci siamo divertiti a formare delle figure che abbiamo utilizzato come soggetti delle nostre storie… eccone alcune!


IL CONIGLIO  VIOLA E IL GATTO. (Antonio Juarez Leardini)
Un giorno un coniglio si tuffò in una vernice viola e dopo due ore andò dal popolo . Tutti pensarono che era un alieno, ma un gatto sapeva che  non lo era. Il gatto disse al coniglio: “Andiamo al mare!”  ed il coniglio rispose: “Va bene!”. Il gatto si tuffò con il coniglio ed al coniglio se ne andò la vernice .Così il gatto insegnò a tutti che le apparenze ingannano!








IL GALLO E LA GATTA (Giorgia Pirrone e Marta Fontana)
La sera prima del giorno  di Carnevale, un gallo si dimenticò di mettere la sveglia prima di andare a  dormire. Il giorno dopo, una gatta disse al gallo: “Sveglia!!Sveglia,è Carnevale! Corri e vai a metterti il vestito!”
Il gallo si svegliò e andò a mettersi una maschera. Anche la gatta pensava di  averne uno, ma non lo aveva. Quindi, chiese al gallo se aveva un altro vestito per lei. Il gallo rispose di no,ma gli venne un idea e, con un po’ di stoffa e lustrini, si mise a cucirne uno. Il gallo diede il vestito alla gatta e così festeggiarono il Carnevale.


L’AQUILONE E LA LUMACA (Matteo  De Luca e  Alice Marsili)
C’era una volta un aquilone che volava in cielo. Un giorno una lumaca decise di andare a dormire e dopo che aveva dormito un’ora cominciò a tirare un forte vento che fece cadere l’aquilone sulla lumaca .Quando si risvegliò vide tutto colorato, la tartaruga disse: “Aiuto!,Aiuto”. Poi l’aquilone disse: “Scusa sono atterrato qui di proposito”. La tartaruga si spaventò e gli disse : “Fammi subito uscire”. L’aquilone la fece uscire e la tartaruga dopo essere uscita gli disse: “Ma  tu sei tutta rotta!” E la  aiutò. E così tutti capirono che gli  amici sono sempre disponibili.


IL CANE CON LA PARRUCCA (Matteo Pullerà)
In una fattoria viveva un grosso cane nero, molto anziano. In inverno perse tutti i peli. Il cane, di nome Bob, si vergognava e chiese al suo padrone di comprargli una parrucca. Il padrone andò in paese ed entrò in un negozio. Era rimasta una sola parrucca rosa e l’acquistò. Bob si mise la parrucca rosa ed era molto contento perché in paese tutti sorridevano quando lo incontravano.  




LA CANDELA E LA LUMACA (Annalisa Barbera)
C’erano una volta una candela e una lumaca. La candela era su un tavolo e la lumaca, stanca e infreddolita, vedendo la candela accesa, ci si mise vicino. Si riscaldò e scappò da vicino a quella candela perché aveva paura di scottarsi, ma ripensandoci ritornò sul tavolo vicino alla candela. Si presentarono, ma poco dopo il padrone di casa spense la candela e la povera lumaca infreddolita rimase sola al buio e al freddo, quindi pensò a come avrebbe potuto essere riscaldata e illuminata. Il padrone di casa, vedendo la lumaca disse: “Oh! Povera lumaca. Beh! Riaccendiamo la candela”.
Riaccesa la candela, la lumaca e la candela ripresero la loro chiacchierata.


L’UCCELLO E IL CONIGLIO (Matteo Pullerà e Erick Cueva)
C’era una volta un coniglio di nome Giulio. Un giorno arrivò un uccello di nome Zorba. Zorba non sapeva volare, così il coniglio gli disse: “Ti aiuterò a volare entro 36 minuti e 48 secondi”. Ma il coniglio si rese conto che non sapeva volare neanche lui, così pensò: “ Come farò ad aiutarlo se non so volare?” Così il coniglio e Zorba cominciarono le prime lezioni di volo…… ma cadevano! Alla fine, l’uccello si esercitò duramente e cominciò a volare, ma il coniglio pianse perché non riusciva a volare. L’uccello tornò dal coniglio e gli disse: “ Grazie per avermi aiutato a volare, ti voglio bene!” E  volò via insieme al coniglio portandolo tra le sue zampe. Così vissero felici e contenti.


IL CONIGLIO E LA TARTARUGA (Jacopo Corsi e Ginevra Flammini)
C’erano una volta un coniglio ed una tartaruga. La tartaruga aveva perso il suo guscio, così chiese aiuto ad un coniglio. Il coniglio accettò e dopo molte ricerche, i due si accorsero che non avevano controllato nel parco. Cercarono dappertutto ma il guscio non c’era. La tartaruga ed il coniglio non si scoraggiarono, guardarono ancora di qua e di là ed infine, finalmente, lo trovarono sotto lo scivolo. Così i due diventarono grandi amici.

IL CONIGLIO E L’UCCELLO (Vittorio Porri)
Un giorno un coniglio saltava per il bosco. Un uccello volò su di lui ma una freccia lo colpì e cadde a terra. Il coniglio lo vide e lo portò nella sua tana, lo medicò e gli disse: “ Vai, vola via con  il tuo stormo!”. L’uccello lo ringraziò e volò via con gli altri uccelli per migrare lontano.


LA TARTARUGA CAPOVOLTA (Edoardo Mattei e Giordano Minardi)
C’era una volta su una spiaggia una tartaruga capovolta nel mare per colpa delle onde. La tartaruga urlava : “Aiuto! Aiuto! Che qualcuno mi salvi!” Poco dopo arrivarono un coniglio di nome Bart ed un uccello di nome Homer. I due animali pensarono tanto. Ad un tratto videro una barca vicino alla spiaggia. Vi salirono, raggiunsero la tartaruga e la salvarono. Poi tornarono sulla spiaggia tutti felici e contenti. Da quel giorno in poi divennero migliori amici.


UN BIOLOGO SPECIALE IN 3 B!


Anche nella classe 3 B abbiamo invitato uno scienziato speciale per tenere un'insolita lezione di scienze. Ecco il resoconto dei miei alunni:


Lo scorso martedì abbiamo invitato nella nostra classe il papà di Marianna per tenere una lezione sul suo lavoro. Lui è un biologo e la sua professione ci interessa molto perché stiamo studiando le specializzazioni degli scienziati.





Carlo, soprannominato Gufo, è molto simpatico. Ci ha detto che è nato nel 1964; ha iniziato a lavorare a 24 anni. Per me svolge un lavoro bellissimo. Ci ha detto che il suo lavoro gli piace molto perché lo ha scelto lui. Il signor  Carlo si immerge nel mare ed una volta ha trovato una grotta piena di coralli. Gli strumenti che ha utilizzato sono stati la muta e le bombole. Svolge spesso il suo lavoro all' aria aperta e collabora molte volte con i geologi.
Dopo aver risposto alle nostre domande, il signor Carlo ci ha fatto fare degli esperimenti sui sensi dell’olfatto, del gusto e del tatto. é stata una mattinata indimenticabile! (Gianmarco Pucci)

Al signor Carlo piace tantissimo il suo lavoro perché lo ha scelto lui.
Il  papà di Marianna è nato 1964, adesso ha 47 anni .Anche da bambino gli piaceva il suo lavoro.
Il papà di Marianna quando studia il mare lavora fuori.
Il  primo giorno di lavoro ci ha detto  che era impaurito ed emozionato.
Gli strumenti che utilizza sono: il cucchiaio per raccogliere dei campioni da studiare, il binocolo ed il microscopio.
Ci ha fatto fare degli esperimenti: ha messo delle cose in una scatola e noi dovevamo  indovinare cosa c’era solo con il tatto. Io ho indovinato che dentro c’era un melograno! Infine,  ci ha fatto sentire l’odore di alcune erbe aromatiche. (Shefje Thaci)

classe 3 D: UN MICROSCOPIO IN CLASSE! resoconto di una lezione speciale in 3 D


Pubblico un altro articolo scritto durante l'anno scolastico dai miei alunni della 3 D.

Dopo aver studiato le caratteristiche della materia, le specializzazioni degli scienziati e gli strumenti utilizzati in ambito scientifico, noi alunni della III D abbiamo ospitato nella nostra classe una vulcanologa e prof.ssa di scienze. Ci siamo divertiti a preparare una piccola intervista da rivolgerle ed abbiamo partecipato ad una lezione…. decisamente interessante e divertente!


(Alice Marsili)Oggi in classe è venuta la zia di Annalisa, che prima faceva la scienziata. Con lei ha portato il suo microscopio; era piccolo ma costava molto, come una macchina! La zia di Annalisa si chiama Gerarda Gallo, faceva la vulcanologa, ora insegna scienze in un Liceo. Oggi ci ha fatto fare due esperimenti: il primo con una cipolla, il secondo con un capello di Gaia. Quando era il mio turno, la cipolla mi sembrava una parete di mattoni ; invece, il capello di Gaia sembrava una corda, perché era stato ingrandito 400 volte.
(Carlotta Mia Grossi) Oggi è venuta in classe la zia di Annalisa, Gerarda. Era una scienziata, mentre ora è un’insegnante di scienze per i ragazzi del Liceo. Abbiamo fatto prima una lunga intervista e poi ci ha spiegato come funziona un microscopio. Ci ha mostrato la pellicina della cipolla. Mi sembrava un muretto di mattoni con delle gocce. Gaia si è strappata un capello dalla testa e lo ha dato a Gerarda, così lo abbiamo esaminato: era stato ingrandito 400 volte e assomigliava ad una striscia con dentro del marmo.

(Matteo De Luca)Quando ha bussato alla porta, eravamo tutti felici. E’ entrata in aula portando uno scatolone con dentro un microscopio, una cipolla, un coltello e delle pinzette. Dopo un po’,  Vittorio, Ginevra ed io le abbiamo fatto delle domande. La signora Gerarda ha tagliato un pezzetto di cipolla ed ha regolato il suo microscopio. Ci ha raccontato che prima faceva la scienziata, poi  è diventata mamma, allora doveva scegliere un lavoro più calmo ed è diventata insegnante. La maestra ha chiamato tutti noi per farci vedere la cipolla ed un capello di Gaia ingrandito 400 volte.

lunedì 11 giugno 2012

Una vetrina in più per il vostro bel lavoro.... Il riciclaggio della carta.

Come promesso ai miei alunni, pubblico sul blog il primo degli articoli scritti quest'anno relativo ad una delle molteplici attività svolte in classe che ci ha particolarmente entusiasmato!

IL RICICLAGGIO DELLA CARTA

Nel mese di marzo la nostra classe si è trasformata in una piccola cartiera. Tutti noi alunni delle classi 3ª B e 3ª D abbiamo collaborato per produrre fogli di carta che abbiamo successivamente utilizzato per realizzare originali segnalibri. 


Perché riciclare? 

La carta è  un materiale riciclabile, poiché la cellulosa che contiene può essere sottoposta a ripetuti utilizzi. 

La carta recuperata può essere così trattata e riutilizzata come materia per la produzione di nuovi fogli. 

Riciclare la carta significa ridurre sia il numero degli alberi tagliati che l'inquinamento dell'ambiente!



TUTTI AL LAVORO!!!!

Prima fase: dopo aver raccolto ritagli di carta e vecchi fogli, li abbiamo sminuzzati e messi a macerare in una bacinella con acqua per un giorno.


Seconda fase: la carta è stata frullata. La cellulosa così ottenuta  è stato trasferita in un ampio contenitore ed è stata aggiunta altra acqua.


Terza fase: abbiamo immerso un telaio nella bacinella e  la cellulosa vi si è depositata sopra sopra. Abbiamo sollevato il telaio e fatto colare l'acqua. 



 Quarta fase: il foglio così ottenuto è stato staccato dal setaccio e posto sotto una pressa.

Ci siamo divertiti a realizzare fogli diversi aggiungendo alla cellulosa dei brillantini e della temperata colorata.
Dopo due giorni i fogli ottenuti erano asciutti e pronti per essere utilizzati!